Effimeri - Cornamuse della Franciacorta

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Effimeri

GLI STRUMENTI


Gli strumenti effimeri e popolari

La fantasia e l'arte di arrangiarsi tipica della povertà delle campagne hanno da sempre consentito di traformare materiali comuni e poveri in strumenti musicali sufficientemente utilizzabili alla bisogna. A questa serie appartengono gli "strumenti effimeri" così detti in quanto la loro durata meccanica è di molto ridotta nel tempo, e spesso non supera la giornata stessa in cui questi strumenti vengono costruiti ed utilizzati.


Sicuramente gli stumenti di più semplice realizzazione sono le percussioni e gli aerofoni. Tra questi spiccano il flauto costruito con la canna del giunco o del sambuco ed il corno che veniva utilizzato nelle valli alpine cone strumento di comunicazione o di allarme a lunga distanza.  A fondo valle, dove la presenza di bovini era minore ma c'era la disponibilità di piante dalla corteccia più malleabile, si usava anche costruire corni di corteccia (si segnala su questo argomento il documentario "El Coren" realizzato da Etnostudi ).


El còren

In particolare nel bresciano per realizzare el coren si utilizzava la corteccia di un giovane castagno. Veniva incisa a spirale sul tronco con una roncola e ne veniva realizzato un lungo fuso che venifa bloccato con una spina di legno realizzata con un rametto della pianta medesima. Parente prossimo del Corno delle Alpi, ma in versione, appunto, effimera, aveva funzione di richiamo.  In particolare nei giorni del Venerdì e del Sabato Santo veniva utilizzato nelle vie del paese: infatti in molti paesi c'era, e in alcuni c'è ancora, l' usanza di far tacere ("legare") le campane in segno di lutto; al posto del suono delle campane veniva, appunto, utilizzato il corno di corteccia che veniva mantenuto umido bagnandolo nelle varie fontane del paese; il suonatore riceveva piccoli e simbolici omaggi dalle persone del paese in cambio del servizio reso.  Il alternativa al coren, in alcuni paesi si utilizzavano le TACOLE ovvero le "raganelle" di legno, spesso di dimensioni mastodontiche per essere sentite a grande distanza.



L'utilizzo del corno di corteccia è documentato in tutta l'area alpina e vi sono testimonanze documentali, appunto, in Brescia e nella zona di Ceriana, in provincia di Imperia,  cui l'immagine si riferisce, ma in genere in tutto l'arco alpino.


L'arte di realizzare strumenti utilizzando il corno di animali si è raffinata nel corso dei secoli al punto da aver dato origine a strumenti dotati di fori tonali.

Naturalmente non solo i bovini, ma anche anche gli ovini sono fornitori di materia prima per la costruzione del corno.








Lo zufolo in sambuco

Il sambuco, con il suo cuore spugnoso e facile da scavere, ben si presta alla realizzazione di piccoli schioppetti per giocare, ma anche di zufoli e flautini effimeri.

Anche l'edera è uno strumento effimero: tenuta a fior di labbra veniva usata come un'ancia. Il suono, potente e tenorile, viene variato variato modulando le labbra e può essere udito a buona distanza.
Negli anni '60 e '70 a Brescia si esibiva un suonatore ambulante di foglie che scendeva dalla montagna con il suo zanino e che raggranellava qualche soldo suonando arie e canzoni in voga. girando per la città e la sua periferia e suonando melodie vecchie e canzoni di moda. Ricordo che quando trovava siepi di edera sceglieva e provava con cura una ad una le foglie per suonare e le riponeva con delicatezza nella taca dello zaino. In alternativa al soldino accettava anche volentieri uova, frutta, pane, un goccio di vino e quanto gli veniva offerto.





 
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